E’ avvenuta questa settimana la prima infusione di Teplizumab in Italia.
A ricevere questa infusione, presso il Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo è stata una ragazza di 23 anni affetta da diabete di tipo 1 nelle fasi presintomatiche.
Attendiamo questa notizia dal 2019, da quando vi abbiamo raccontato i risultati dei primi studi sul Teplizumab, l’anticorpo monoclonale anti-CD3, che rallenta fino a tre anni l’esordio clinico del diabete di tipo 1.
Dopo gli Stati Uniti e molti paesi europei, dunque anche in Italia il farmaco è disponibile per le persone nel cosiddetto Stage 2 della malattia, ovvero che hanno 2 o più autoanticorpi con una iniziale disglicemia.
Il farmaco è stato approvato per l’uso su queste persone nel 2022 in America, mentre in Europa per il momento è disponibile solo in uso compassionevole, in Italia dall’ottobre 2024, in attesa che l’EMA lo approvi per l’uso clinico.
Le persone che possono accedere all’utilizzo di questo farmaco sono quelle che si sono sottoposte a screening e sono risultate positive a 2 o più autoanticorpi e che iniziano ad avere delle glicemie fuori range, ma che non hanno ancora i sintomi evidenti del diabete di Tipo 1.

L’infusione, per via endovenosa, dura 14 giorni consecutivi e va fatta in ospedale. Ogni infusione è calibrata sulle necessità della singola persona.
Diversi ospedali in tutta la penisola sono pronti a procedere, una volta ricevute tutte le autorizzazioni e ovviamente se, sulla base degli screening, hanno pazienti che possono accedere al farmaco.
L’infusione è gratuita.
Il teplizumab si è dimostrato efficace nel ritardare l’esordio clinico del diabete di tipo 1 in media di 3 anni.
Per ricevere informazioni più dettagliate e specifiche relative a quali centri facciano gli screening e dove sia possibile, nel caso si sia in Stage 2 della malattia ricevere il Teplizumab potete scriverci e troviamo il centro più vicino a voi: francesca.ulivi@fondazionediabete.org
Parleremo degli screening in Italia, dello stato di attuazione della legge 130 sugli screening, di cui FID è promotrice e del Teplizumab, con le esperienze dirette di medici che hanno già fatto molte infusioni e persone con diabete che lo hanno ricevuto il prossimo 4 maggio alle 18,30 nella “Domenica della Ricerca”.