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Diabethon 2023: dal vivo a Milano il 25 e 26 novembre

TORNA LA MARATONA BENEFICA E INFORMATIVA DI FONDAZIONE ITALIANA DIABETE A SUPPORTO DELLE PERSONE CON DIABETE E DELLA RICERCA

Sabato 25 e Domenica 26 novembre a Milano, i migliori clinici e ricercatori nell’ambito del diabete di tipo 1, saranno a disposizione per rispondere alle domande dei partecipanti e per sostenere la ricerca di una cura definitiva al Diabete di tipo 1.

Torna con la quarta edizione, per la prima volta dal vivo, la maratona benefica per il Diabete di tipo 1, il Diabethon, che si impegna a formare e informare le persone con diabete, raccogliendo fondi per la ricerca di una cura definitiva alla malattia autoimmune.

L’appuntamento è il 25 e 26 novembre presso il Centro Congressi Fondazione Cariplo, a Milano (Via Gian Domenico Romagnosi 8).

Il Diabethon, creato dalla Fondazione Italiana Diabete, è un vero e proprio congresso medico-scientifico costruito su misura per le persone con diabete: una due giorni di conferenza sullo stato della ricerca scientifica e sulle ultime novità cliniche e terapeutiche, con la possibilità di relazionarsi direttamente con medici e ricercatori. Ed è anche una festa per tutti i volontari della Fondazione e gli altri partecipanti, con la possibilità di prendere parte a Master Class di attività fisica, screening per i familiari di persone con diabete di tipo 1, sedute di supporto psicologico e di counseling.

Nato nel 2020 in pieno lockdown come strumento di sostegno e supporto alle persone con diabete, impossibilitate, a causa del Covid persino a recarsi in ospedale per le visite periodiche, il Diabethon è subito divenuto un appuntamento immancabile per le persone con diabete di tipo 1 e per i clinici e ricercatori che generosamente si mettono a loro disposizione.

Solitamente previsto per il periodo di Natale, quest’anno è stato anticipato alla fine del mese di novembre, a simbolica chiusura del mese dedicato alla consapevolezza sul diabete.

L’edizione 2023 è particolarmente densa di novità, così come lo è l’ambito della ricerca in questo momento nell’avvicinamento ad una cura al diabete di tipo 1.

Si parte sabato alle 14 con uno dei massimi esperti mondiali del trapianto di isole pancreatiche, il prof. Lorenzo Piemonti, direttore del Diabetes Research Institute di Milano e del Dipartimento Trapianti e Terapie Avanzate dell’I.R.C.C.S. San Raffaele di Milano. Assieme al suo team di ricerca presenterà tutti gli aggiornamenti nell’ambito della cura definitiva del diabete di tipo 1 attraverso i trapianti di cellule staminali che producono insulina.

“Predire, Prevenire, Curare il Diabete di tipo 1: l’ultimo miglio della ricerca per un mondo senza diabete”, questo il titolo della sessione di Sabato 25 del Diabethon che proseguirà con un’altra scienziata di fama internazionale, Manuela Battaglia, Direttrice Generale di INNODIA, che risponderà alla non facile domanda “E se potessimo non ammalarci mai?”, suo il compito di far conoscere le terapie che modificano la storia naturale della malattia con l’obiettivo di rallentarne l’insorgenza, prevenirla del tutto o modificarne il corso clinico.

Tema fondamentale del Diabethon 2023 è inoltre la legge n.130/2023 che istituisce nel nostro paese, primo al mondo, lo screening della popolazione pediatrica per diabete di tipo 1 e celiachia, promossa da Fondazione Italiana Diabete. Ne parlerà il vice- Presidente della Camera dei Deputati, onorevole Giorgio Mulè, del quale la legge porta il nome e che la ha fortemente voluta,  con la Presidenza della Fondazione Italiana Diabete e i professori Emanuele Bosi (Direttore della medicina Interna e Diabetologia del San Raffaele di Milano e Carlo Catassi (Direttore della clinica pediatrica dell’ospedale Salesi di Ancona), che hanno definito le basi scientifiche del provvedimento.

Il programma di domenica 26 è invece completamente dedicato alle nuove tecnologie, alle terapie e alla gestione del diabete di tipo 1.

Alle 10 aprirà la sessione sulle nuove tecnologie il Prof. Tadej Battelino, primario della pediatria dell’ospedale dei bambini di Lubiana e Presidente del più importante congresso internazionale sulle tecnologie e terapie del Diabete (ATTD), che assieme al dottor Andrea Scaramuzza, direttore della diabetologia pediatrica di Cremona e alla dottoressa Daniela Bruttomesso, dell’Ospedale di Padova, tra le prime in Italia a sperimentare il Pancreas Artificiale, racconteranno come l’uso della tecnologia ha di fatto modificato la gestione del diabete di tipo 1.

Mentre nel pomeriggio il dottor Federico Bertuzzi, Primario della Diabetologia di Niguarda e il suo team terranno un corso di conta dei carboidrati con laboratori ed esercitazioni.

Nel corso di tutta la giornata sarà possibile partecipare a Master Class di attività fisica, colloqui psicologici e di counseling ed infine sarà possibile, per i familiari di persone con diabete di tipo 1, sottoporsi allo screening degli autoanticorpi per comprendere il rischio di  malattia, grazie al team medico infermieristico del Centro FID-Innodia-San Raffaele, presente in loco.

Ultima novità di questa edizione, i FID Awards, ovvero i premi ai volontari che più hanno aiutato FID nell’ultimo anno. A premiare i volontari saranno Massimo Ambrosini e Davide Cassani, entrambi molto vicini alla Fondazione e sostenitori della ricerca di una cura al Diabete di tipo 1.

Sarà disponibile in diretta sulla pagina Facebook di Fondazione Italiana Diabete (@Fondazione ItalianaDiabeteETS) per le sessioni autorizzate dai ricercatori, oltreché su youtube a questi link:

Sabato 25 novembre dalle 14:

Domenica 26 novembre dalle 10:

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Le staffette di FID alla Milano Marathon per sostenere la ricerca

L’obiettivo è finanziare un giovane ricercatore per un anno grazie al Team FID di staffettisti

La Milano Marathon si terrà il 2 di aprile 2023

Per la prima volta nella sua storia la Fondazione Italiana Diabete partecipa alla versione in staffetta della Milano Marathon, ovvero alla Lenovo Relay Milano Marathon, il 2 aprile 2023.

L’obiettivo è raccogliere 25 mila euro per finanziare il lavoro di un giovane ricercatore per un anno, finalizzato a trovare una cura definitiva al diabete di tipo 1.

FID è “partner bronze” della Milano Marathon 2023 e ha a disposizione, al momento, 16 staffette, ovvero 64 pettorali.

Ogni staffetta di 4 persone dovrà percorrere in tutto 40 chilometri e ogni membro della staffetta sceglierà la sua frazione tra i 6 e i 14 chilometri. Per partecipare alle staffette non c’è bisogno di essere atleti, si può correre o camminare, a seconda delle proprie possibilità. La cosa fondamentale però è diventare un runner/fundraiser e raggiungere l’obiettivo di raccolta fondi per avere accesso ai pettorali e all’accompagnamento di Fondazione alla Maratona. Con lo stesso meccanismo di raccolta fondi è possibile anche ottenere un pettorale per correre l’intera maratona.

L’obiettivo non è arrivare primi, ma essere campioni di fundraising!

Infatti, l’obiettivo delle staffette non è arrivare primi nella gara podistica, ma arrivare primi nella raccolta fondi!

Come si fa a diventare runner/fundraiser del TEAM FID della Maratona?

  1. Crea una staffetta di 4 persone che siano disposte a correre/camminare ciascuno tra i 6 e i 14 chilometri;
  2. Scegli un nome della vostra staffetta e crea una raccolta fondi sul sito della “Rete del Dono”, qui tutte le info, chiedendo a tutti i tuoi amici e parenti di sostenerti con una donazione;
  3. Una volta raggiunto l’obiettivo minimo di 500 euro a staffetta FID ti regalerà il pettorale solidale, i gadget per partecipare e ti accompagnerà passo passo lungo tutto il percorso fino al grande giorno della corsa!

PER ESSERE PARTE DEL TEAM FID DELLA MARATONA DI MILANO, creare la tua staffetta, avere maggiori informazioni o per avere supporto nell’apertura della tua campagna di raccolta fondi scrivici qui e ti aiuteremo passo passo  

segreteria@fondazionediabete.org

L’emozione più grande: passarsi il testimone della ricerca e fare gli ultimi metri, tagliando il traguardo tutti assieme!

Se proprio non si ha voglia o non si può correre comunque si può partecipare all’obiettivo comune di raccolta fondi, donando subito qui: https://www.retedeldono.it/it/progetti/fid-fondazione-italiana-diabete-onlus/le-staffette-per-la-cura-run4fid

Ogni donazione, piccola o grande che sia, è preziosa per raggiungere l’obiettivo, quindi oltre a donare e dimostrare il tuo supporto alle nostre “staffette per la cura” e alla ricerca, puoi condividere la raccolta e chiedere ai tuoi amici di sostenere la ricerca di una cura definitiva al diabete di tipo 1.

Anche le Aziende possono partecipare con le squadre dei dipendenti e diventare Fundraiser creando la loro raccolta fondi. Essere parte della Relay Marathon finanziando FID è un fantastico modo di fare squadra all’interno dell’azienda, facendo del bene alla ricerca scientifica! Per sapere come partecipare basta scrivere a: segreteria@fondazionediabete.org .

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PER ARRIVARE ALLA CURA SERVE UNA ALLEANZA

In occasione della Giornata Mondiale del Diabete del 14 novembre, Fondazione Italiana Diabete, in un evento presso la Sala del Cenacolo, ha presentato, attraverso i ricercatori che sostiene, un appello alla Camera dei Deputati per una ampia alleanza tra ricercatori, clinici, istituzioni e società civile, che possa perseguire l’obiettivo di arrivare a curare il diabete di tipo 1 e tentare di prevenirlo in chi ancora non è clinicamente ammalato.

Cento anni fa Leonard Thompson riceveva una puntura di quella che poi verrà chiamata insulina e fu il primo essere umano a sopravvivere ad una diagnosi di diabete di tipo 1; 55 anni fa il dottor Richard Lillehei portava a termine il primo trapianto di Pancreas con successo; 37 anni fa il primo trapianto rene pancreas andato a buon fine in Italia, a Milano, ha permesso l’insulino-indipendenza ad una persona con diabete di tipo 1.

32 anni fa primo trapianto di isole con successo a Milano e 3 anni fa il primo paziente con Diabete di tipo 1 ha ricevuto cellule progenitrici delle cellule beta ottenute grazie a cellule staminali pluripotenti non embrionali in Europa, a Bruxelles.

500 giorni fa Brian Shelton ha ricevuto negli Stati Uniti la prima infusione di cellule beta derivate da staminali pluripotenti e ha guadagnato l’indipendenza dall’insulina

Questa la lunghissima galoppata della scienza per curare il diabete di tipo 1, ora manca l’ultimo miglio!

Le cellule staminali pluripotenti differenziate a cellule beta hanno dimostrato di poter produrre insulina e sono in corso le sottomisssioni alle agenzie regolatorie in 6 paesi in Europa, Italia compresa, per il loro utilizzo nella terapia del diabete. In una prima fase gli studi saranno fatti in soggetti che presentano episodi di ipoglicemia severa e controllo metabolico insufficienze nonostante la migliore terapia con insulina disponibile e richiederanno la assunzione di immunosoppressori. In una fase successiva si potranno sviluppare i primi studi senza l’utilizzo degli immunosoppressori.                        

Il Professor Lorenzo Piemonti, Direttore dell’Unità Operativa di Medicina Rigenerativa e dei Trapianti e del Diabetes Research Institute del San Raffaele di Milano, che è uno dei principali beneficiari dei finanziamenti di Fondazione Italiana Diabete, ha fatto il punto alla Camera dei Deputati rispetto agli sviluppi della medicina rigenerativa per curare il diabete di tipo 1.Se tutto procede per il verso giusto tra qualche anno potrebbe essere finalmente possibile immaginare d arrivare alla cura del diabete di tipo 1 con un approccio basato sulla medicina rigenerativa “Ma l’ultimo miglio è sempre il più difficile e dipende non solo dalla scienza, ma scelte più ampie di altre componenti della società quali gli stakeholder economici e politici “ ha detto Piemonti: “senza uno sforzo strategico sarà difficile sostenere la ricerca e l’innovazione quando sarà il momento di arrivare al letto del paziente”.

Lo sforzo strategico nazionale dovrebbe riguardare anche la predizione e prevenzione della malattia, non solo lo sviluppo della cura per chi è già ammalato. Il Prof. Emanuele Bosi, Direttore della Medicina Interna a indirizzo endocrino-metabolico deIl’ I.R.C.C.S. San Raffaele e della scuola di Specializzazione in Medicina Interna dell’Università Vita-Salute San Raffaele, Presidente del Comitato Scientifico di FID ha presentato l’efficacia e i risultati delle attività di screening di popolazione che si portano avanti in molti paesi del mondo.

In Italia oggi, oltre il 40 per cento dei bambini in esordio di diabete di tipo 1 arriva nei PS degli ospedali in chetoacidosi. La chetoacidosi diabetica è una complicanza acuta che può portare al coma e alla morte e che, quando è particolarmente marcata lascia danni fisici per tutta la vita, oltre a rappresentare un trauma per il bambino e la sua famiglia. Nei paesi in cui viene portato avanti uno screening di popolazione, come ad esempio nella regione tedesca della Baviera, la chetoacidosi scende dal 30/40% al 3%. Lo screening è possibile con un semplice pungidito che permette una analisi di laboratorio degli autoanticorpi del diabete, presenti molti mesi e anni prima della diagnosi. 

Lo screening dell’intera popolazione permetterebbe inoltre di intervenire nelle fasi precedenti alla malattia conclamata con terapie atte a rallentare l’esordio stesso, quali specifici anticorpi monoclonali e altre terapie allo studio.

Il Prof. Bosi, che ormai dal 1985 porta avanti gli screening dei familiari di persone con diabete di tipo 1 prima in ambito nazionale e poi all’interno di consorzi di ricerca mondiali ed europei ha affermato che “lo screening degli anticorpi del diabete di tipo 1 non può più essere considerato ricerca clinica, ma una vera e propria azione di salute pubblica, come avviene per molte altre malattie”.

Il nostro obiettivo è costruire tutte le alleanze necessarie per liberarci dal diabete di tipo 1” ha affermato il Presidente della Fondazione Italiana Diabete Nicola Zeni “e quella con le istituzioni è fondamentale per percorrere le poche miglia che mancano alla cura definitiva e alla prevenzione della chetoacidosi in esordio e possibilmente della malattia stessa”

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Evento Natale Raccolta Fondi Ricerca

DIABETHON 2021

NON PRENDETE IMPEGNI L’11 E IL 12 DICEMBRE

Dopo il successo del Christmas Diabethon del 2020, il Diabethon raddoppia e da appuntamento all’11 e 12 dicembre 2021.

Avremmo voluto farlo di persona e in diretta digitale, quindi con una modalità mista, ma purtroppo l’ondata pandemica e la nuova variante del Covid, ci impongono di mantenere una diretta digitale: il Diabethon sarà in diretta sulla pagina Facebook e nel Canale YouTube della Fondazione Italiana Diabete.

Ma cosa è il Christmas Diabethon? E’ la prima prima maratona benefica in Italia, per raccogliere fondi per la ricerca di una cura al diabete di tipo 1. L’evento, unico ed innovativo, è stato creato da Fondazione Italiana Diabete anche come «regalo di Natale» alla comunità di persone e famiglie colpite dalla malattia, per fornire loro informazione, formazione, aggiornamento ed empowerment.

La prima edizione, completamente digitale, si è svolta il 27 dicembre 2020, con 10 ore di diretta in una giornata, una media di 400 persone collegate ad ora, oltre 200 mila persone raggiunte, circa 1500 domande cui è stata data risposta in diretta e oltre 30 mila euro di fondi raccolti.

La seconda edizione, su due giorni, avrà un programma intensissimo, che vedrà il meglio della ricerca e della clinica italiana e internazionale a disposizione della comunità per aggiornare e rispondere alle domane.

Si inizia sabato 11 dicembre alle 10,30 con una mattinata dedicata a capire come gestire l‘attività fisica con il diabete di tipo 1 in tranquillità e divertendosi. E poi, grazie ai suggerimenti arrivati proprio dalla community abbiamo deciso di creare dei momenti di scambio e informazione sugli aspetti psicologici legati alla malattia.

Per la sessione sullo sport: la dottoressa Girelli e Cristina Cucchiarelli. Mentre per gli aspetti psicologici saranno con noi Prisca Guglienetti e la psicologa Valentina Turra.

Mentre nel pomeriggio Fondazione Italiana Diabete racconterà i progetti di ricerca finanziati nell’ultimo anno e i ricercatori aggiorneranno sui tanti ed importanti passi che sono stati fatti quest’anno verso la cura definitiva del diabete di tipo 1. Avremo una sessione dedicata alla cura successiva, quindi ai trapianti di isole e una dedicata alla predizione e prevenzione della malattia.

Domenica 12 dicembre si concentrerà tutta sulla clinica e sulla gestione del diabete di tipo 1. 

Al mattino, un vero e proprio corso concentrato sulla conta dei carboidrati, utilissimo per iniziare, ma necessario anche a chi già pratica la conta dei carboidrati per aggiornarsi e imparare cose nuove. E poi una nuova ora dedicata alla discussione e al sostegno psicologico, in particolare rispetto al rapporto con il cibo e la paura delle ipoglicemie.

Il team dell’ospedale di Niguarda al completo per il corso di conta dei carboidrati e a seguire il rapporto psicologico con il cibo nel diabete di tipo 1 con Francesca Ulivi e la psicologa Dilletta Fiandaca.

Mentre al pomeriggio saranno protagonisti i sistemi ibridi e le tecnologie più avanzate (sensori, microinfusori e sistemi predittivi), per gestire la malattia: quelli che ci sono e quelli che stanno arrivando. Alle 15,30 una intera ora per capire come stare lontani dalle ipoglicemie, come uscirne rapidamente e come tornare a sentire i sintomi. E dalle 17,30 con “La pandemia che si vede e quella silente” sarà possibile sapere di più sui Vaccini Covid per gli under 12 e comprendere cosa stia accadendo con gli esordi di diabete di tipo 1 e l’aumento delle chetoacidosi.

La dottoressa Bruttomesso ci aiuterà a stare lontani dalle ipoglicemie; il professor Bonfanti e il dottor Laurenzi ci guideranno tra la tecnologia e i sistemi ibridi; sui vaccini Covid ci aggiornerà il dottor Scaramuzza e dell’epidemia silente di chetoacidosi parlerà il professor Cherubini.

Infine, in chiusura, Fondazione Italiana Diabete annuncerà un progetto molto ambizioso, in partenza nel 2022.

PER NON PERDERE LA DIRETTA DEL DIABETHON CONSIGLIAMO DI ISCRIVERSI QUI: https://www.facebook.com/events/4569205423194601/?ref=newsfeed

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GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE 2021: LE INIZIATIVE DI FID

400 mila euro di finanziamenti nel 2021 per la ricerca della cura definitiva del Diabete di tipo 1 e un convegno per portare la ricerca e i ricercatori italiani in Senato

Il presidente di FID, Dott. Nicola Zeni, illustra le attività della Fondazione.

“100 anni di insulina, 100 anni di ricerca di una cura al diabete di tipo 1”, questo il titolo del convegno organizzato oggi, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani per avvicinare la ricerca di una cura definitiva al diabete di tipo 1 al mondo delle istituzioni.

Fondazione Italiana Diabete, che quest’anno ha finanziato con circa 400 mila euro la ricerca di una cura definitiva a questa malattia autoimmune, ha deciso, con il sostegno del Senatore Eugenio Comincini di accendere un faro sulle eccellenze della ricerca italiana di una cura alla malattia.

L’Italia è sempre stata un paese in prima linea nella ricerca della cura per questa malattia autoimmune, dal professor Franco Bottazzo che negli anni ’70 scoprì a Londra, assieme a Debora Doniack gli autoanticorpi, fondamentali per la diagnosi, al professor Camillo Ricordi che negli anni ’80 comprese come isolare le cellule beta del pancreas per trapiantarle, fino all’italo-australiano Prof. Ezio Bonifacio che, primo in Europa, porta avanti in Baviera screening dell’intera popolazione dei bambini e propone terapie per rallentare la malattia (presente al convegno).

“Non dobbiamo cancellare la parola malattia quando parliamo di diabete di tipo 1, perché è una malattia cronica grave, – ha affermato Nicola Zeni, Presidente della Fondazione Italiana Diabetementre dobbiamo fare quanto possiamo per cancellare la parola stessa diabete di tipo 1, ovvero trovare la maniera per curarla definitivamente”




Nella foto da sinistra a destra: Alessia Fugazzola, vice presidente della FID, il Senatore Eurgenio Comincini, il Direttore del Diabetes Research Institue del San Raffaele, Prof. Lorenzo Piemonti, il Dott. Nicola Zeni, Presidente di FID,  il Direttore Generale di FID Francesca Ulivi, il primario della medicina interna del San Raffaele e Direttore del Centro di Prevenzione del Diabete di tipo 1 Prof. Emanuele Bosi, la dott.ssa Alessandra Fierabracci, dell’IRCCS Bambino Gesù di Roma e il Prof. Federico Bertuzzi, primario della Diabetologia del Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda.

Cinque tra i principali scienziati impegnati nella lotta alla malattia hanno presentato alle istituzioni i grandi passi avanti fatti dalla ricerca di una cura in questi anni, con l’importante ruolo svolto dal nostro paese sia nel campo della patogenesi, degli screening e della prevenzione, sia in quello delle cure successive, per chi è già stato colpito, grazie ai trapianti di isole pancreatiche e alle terapie cellulari con le cellule staminali.  

Nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani si è anche discusso del ruolo fondamentale delle istituzioni per il sostegno alla ricerca, non solo in termini economici, ma anche di policies a sostegno, ad esempio, per gli screening di popolazione.

Parlando dell’insulina, di cui si festeggia il centenario della scoperta, il Professor Lorenzo Piemonti, Direttore del Diabetes Research Institute del San Raffaele ha detto: “vorremmo non festeggiare il 120mo anniversario e nemmeno il cento decimo, dopo 100 anni dalla prima iniezione che salvò la vita ad un ragazzo con diabete di tipo 1, è arrivato il momento di guarirla questa malattia e non solo di cercare di controllarla grazie alle insuline e alle tecnologie”.

La scienza non ha ancora trovato la causa del diabete di tipo 1, così come di nessuna malattia autoimmune, ma lo sviluppo delle terapie cellulari promette di ridare la funzione pancreatica a chi l’ha avuta distrutta a causa dell’attacco autoimmune, in attesa di capire appunto come bloccare questo attacco e quindi poter prevenire la malattia.

Gli studi finanziati da Fondazione Italiana Diabete quest’anno spaziano dalla cura successiva: trapianti di isole e cellule staminali; agli screening, fondamentali per bloccare esordi drammatici e pericolosi e per tentare farmaci preventivi, fino a studi sulla patogenesi, proprio per capire quei meccanismi che ancora sfuggono nel comprendere la causa della malattia.

I centri finanziati o in via di finanziamento entro l’anno sono il Diabetes Research Institute del San Raffaele, l’Ospedale di Niguarda di Milano, l’IRCCS Casa del Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, l’IRCCS Bambino Gesù di Roma e il Prince of Wales Hospital di Sidney, grazie al Grant di Ricerca Internazionale con ISPAD, l’International Society for Pediatric and Adolescent Diabetes. Inoltre la Fondazione ha cofinanziato il Centro di Prevenzione del Diabete di tipo 1 Fid- Innodia-San Raffaele, che permette a tutte le famiglie con persone con diabete di partecipare agli screening gratuitamente da casa loro.

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BL🔴🔴DY GOLF

Il primo evento golfistico in Italia per finanziare la ricerca di una cura al diabete di tipo 1

Finanziare la ricerca per una cura definitiva al diabete di tipo 1 giocando a golf con dei grandi maestri.

E’ questo BL🔴🔴DY GOLF:

una serie di eventi unici, divertenti ed entusiasmanti, creati da Fondazione Italiana Diabete in collaborazione con O.L.G.A., costruiti su misura per chi sa giocare e vuole migliorarsi, ma anche per chi vuole imparare ad approcciare il green.

Silvio Grappasonni e Nicola Pomponi, due dei super-coach di BL🔴🔴DY GOLF.

Il golf e il diabete di tipo 1 hanno molte cose in comune, a partire dallo swing: il colpo principale del Golf, tradotto in italiano, significa oscillazione, altalena, come quella che subiscono costantemente le glicemie di una persona con diabete di tipo 1. E, come tutte le persone con diabete sanno, sono proprio queste oscillazioni uno dei problemi della malattia, perchè portano le complicanze, assieme al fatto che la malattia sia cronica e non si possa guarire.

Nella gestione del diabete come nel golf bisogna esser pazienti, stare calmi, costruire una strategia, essere flessibili, imparare a ripartire e soprattutto ricordarsi che la perfezione è impossibile. Insieme però si possono risolvere molte cose e si può imparare a migliorarsi, per questo FID ha creato BL🔴🔴DY GOLF:

  • Una intera giornata sui migliori green d’Italia
  • Con un dream-team di coach professionisti a totale disposizione
  • Gara a 9 buche
  • Learning boxes
  • Corner dinamici
  • Ability Contest
  • Video personalizzati della giornata
  • Hospitality e il divertimento finale con il Bloody Cocktail
Il calendario degli eventi di Bloody Golf: 23 giugno, 14 e 28 settembre.
Tre appuntamenti per BL🔴 🔴DY GOLF: 23 giugno, 14 e 28 settembre.

Il primo appuntamento è il 23 giugno al Golf Club di Castel Conturbia sul Lago Maggiore.

Tutte le quote di partecipazione saranno devolute alla ricerca di una cura definitiva al diabete di tipo 1.

Per maggiori informazioni clicca qui

mail: info@bloodygolf.it – telefono: +39 0331 504623

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FID-ISPAD Diabetes Research Grant

Un grant di 25 mila euro aperto ai giovani ricercatori di tutto il mondo iscritti ad ISPAD

Fondazione Italiana Diabete è fiera ed orgogliosa di annunciare la creazione del primo FID-ISPAD Diabetes Research Grant.

Si tratta del finanziamento da parte di FID di 25 mila euro per un progetto di ricerca finalizzato alla cura definitiva del diabete di tipo 1. Questo finanziamento è stato possibile grazie a tutte le persone vicine alla comunità delle famiglie colpite dal Diabete di tipo 1, che hanno partecipato alle raccolte fondi della campagna #aiutaciaguarire e del Diabethon 2020.

Il primo Grant internazionale di FID per la ricerca di una cura al Diabete di tipo 1

Il finanziamento è destinato ai giovani ricercatori dell’ International Society for Pediatric and Adolescent Diabetes – ISPAD, la Società Scientifica Internazionale per il diabete pediatrico ed adolescenziale, che ha membri in tutto il mondo tra diabetologi pediatri, infermieri, ricercatori e promuove la ricerca clinica e di base, l’educazione terapeutica e l’advocacy per il diabete nei bimbi, nei ragazzi e nei giovani adulti.

Si tratta del primo Grant internazionale della Fondazione e verrà assegnato su base competitiva al migliore tra i progetti presentati e giudicati da una commissione di esperti formata da membri dei Comitati Scientifici di FID e di ISPAD. Il FID-ISPAD Research Grant è aperto solo a candidati provenienti da istituzioni senza scopo di lucro, che facciano parte di ISPAD e abbiano preferibilmente meno di 40 anni.

La scadenza per la presentazione delle domande è il 9 luglio 2021. Qui tutte le informazioni per fare domanda per il Grant e qui le modalità di applicazione.

Ancora un enorme ringraziamento da parte di FID a tutte le persone che, nonostante questo anno difficile, sostengono la ricerca di una cura al diabete di tipo 1. Riusciremo a trovare la cura! Ma solo tutti assieme!

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CHRISTMAS DIABETHON 2020

Dieci ore di live sulla pagina Facebook della Fondazione Italiana Diabete con i migliori clinici e ricercatori a disposizione per rispondere alle domande dei partecipanti e dieci ore di tempo per donare alla ricerca di una cura definitiva al Diabete di tipo 1.

Si tratta di un evento storico, che non è mai stato fatto prima, un evento a servizio della community delle persone con diabete, per parlare di questa malattia e per festeggiare tutti assieme la fine di questo anno difficile.

Il 27 dicembre 2020 a partire dalle 10 del mattino inizierà il Christmas Diabethon 2020, voluto da FID per supportare la comunità in uno dei momenti più complessi, per festeggiare assieme il Natale e il nuovo anno e per raccogliere i fondi per la cura definitiva.

Per seguirlo e fare in diretta le vostre domande

basta connettersi CLICCA QUI

Dalle 10 alle 20 del 27 dicembre.

La mattinata, dalle 10 alle 13,30 sarà dedicata alle tecnologie per la gestione del diabete. Aprirà la giornata un “mostro sacro” della diabetologia mondiale, il professor Tadej Battelino, che ha creato l’ATTD, uno dei tre congressi più importanti al mondo sul diabete di tipo 1, quello dedicato alle tecnologie e alle terapie avanzate nel diabete. Il Prof. Battelino vanta oltre 350 studi sul diabete di tipo 1, ed è il primo autore del “Consensus” sulle nuove metriche del diabete, la cui principale è il Time in Range (T.I.R.)

Una “istituzione” scientifica nel diabete di tipo 1: il prof. Tadej Battelino

Dopo il professor Battelino si parlerà dei nuovi sistemi ibridi avanzati (i microinfusori collegati con un sensore che, grazie ad un algoritmo, decidono se e quanta insulina somministrare o se bloccare l’erogazione), con il Dottor Andrea Scaramuzza, primario della diabetologia pediatrica dell’Ospedale di Cremona e il Dottor Andrea Laurenzi, responsabile delle tecnologie nel diabete dell’Ospedale IRCCS San Raffaele di Milano.

Alle 10.45 le tecnologie più avanzate per la cura del diabete di tipo 1

Alle 11.45 è la volta del #doityourself con il movimento #wearenotwaiting, ovvero i privati, genitori di bimbi con diabete di tipo 1 e adulti che hanno sviluppato sistemi ibridi simili a quelli delle aziende e degli ultimi sviluppi della ricerca rispetto al pancreas artificiale. Ne parlerà la dottoressa Angela Girelli, primario della diabetologia di Brescia, assieme a persone che usano questi sistemi per se o sui loro figli e che li hanno portati in Italia. Concluderà la mattinata la professoressa Daniela Bruttomesso, che è stata tra i primi in Italia a sperimentare il pancreas artificiale e che farà una review dei sistemi che stanno per arrivare anche in Italia o che sono ancora in sperimentazione.

#doityourself e loop: come funzionano e chi li usa

La mattinata si concluderà attorno alle 13, quando tutti i protagonisti saranno di nuovo a disposizione del pubblico, tutti assieme, per rispondere alle domande.

Nel pomeriggio, a partire dalle 14,30 si parla di legge e diabete. Oltre alla ricerca e alla clinica FID ha pensato di fornire anche un servizio alla comunità sugli aspetti legali legati alla malattia, che sono molti e non sempre chiari. Sarà quindi l’Avvocato Umberto Pantanella, persona con diabete di tipo 1, a rispondere a tutte le domande. E visto che si tratta di una vera e propria festa per la comunità italiana delle persone con diabete non possono mancare persone importanti per la stessa comunità, come Daniela D’Onofrio che da oltre 20 anni da supporto alle persone con diabete e che ha creato e gestisce Portale Diabete, che conta quasi 30 mila membri. Assieme a lei Giulia Mengolini con il suo blog Senza Zuccheri Aggiunti che parla ai più giovani e Leonardo e il suo draghetto Grig.

La meravigliosa community del diabete di tipo 1

Non potremo non affrontare le tematiche legate ai vaccini e alle terapie per il Covid-19, alle 16 avremo uno special guest: il professor Guido Silvestri, professore alla Emory University di Atlanta, patologo, immunologo, virologo e divulgatore scientifico. Uno degli esperti di Covid-19 più famosi al mondo risponderà a tutte le domande sulla Covid-19, sui vaccini, sulle terapie.

Il Covid, i vaccini, le terapie: special guest Guido Silvestri!

La lunga maratona terminerà con quasi tre ore dedicate a tutte le ricerche di una cura definitiva al diabete di tipo 1. Che sono il motivo per cui Fondazione Italiana Diabete esiste.

Alle 17 si parla di patogenesi del diabete, predizione e prevenzione, ovvero cosa sta facendo la ricerca per capire come curare il diabete prima che insorga. Il professor Ezio Bonifacio dell’Università di Dresda e il prof. Emanuele Bosi dell’IRCCS e università San Raffaele, due autorità mondiali in materia, spiegheranno cosa si è scoperto sulla patogenesi del diabete e cosa si sta facendo per prevenirlo.

I professori Bonifacio e Bosi sulla prevenzione del diabete di tipo 1.

Alle 18.10 in “L’isola che c’è” capiremo cosa si può fare una volta che il diabete di tipo 1 è purtroppo arrivato e quindi i trapianti di isole, le cellule staminali nei trapianti e come proteggere le cellule trapiantate senza utilizzare gli immuno-soppressori. Saranno presenti gli unici che in Italia portano avanti i trapianti di isole pancreatiche, ovvero il dottor Federico Bertuzzi, dell’Ospedale Niguarda di Milano e una parte del team del DRI Milano, con il professor Lorenzo Piemonti, Valeria Sordi e Antonio Citro.

Il Professor Piemonti e il suo team e il Dottor Bertuzzi sul trapianto di isole

#aiutaciaguarire è lo slogan della campagna di FID ed anche il titolo dell’intervento che chiuderà questa intensissima giornata a servizio delle persone con diabete. Il professor Jay Skyler, che da 50 anni studia il diabete di tipo 1 e cerca una cura definitiva, sarà per la prima volta nella storia a disposizione della community italiana per raccontarci come vede il presente e il futuro della ricerca e aiutarci a capire come finalmente si arriverà ad una cura definitiva. Professore di medicina, pediatria, psicologia all’Università di Miami, Jay Skyler è stato il cinquantesimo presidente dell’American Diabetes Association, direttore del più grande studio finanziato dal governo americano sulla prevenzione del diabete di tipo 1 (DPT-1 ) e successivamente tra i fondatori e per lungo tempo chairman del Trial Net, un network globale di studio e trial clinici per predire e prevenire il diabete di tipo 1. E oggi è Chair delle strategie di INNODIA, un consorzio europeo di centri di ricerca per lo sviluppo di approcci innovativi alla comprensione del diabete di tipo 1 e per la sua prevenzione e per arrestarne la progressione. Il professor Skyler ha condotto centinaia di ricerche e scritto oltre 20 libri e più di 500 pubblicazioni sul diabete di tipo 1, citate oltre 21 mila volte. Ha ricevuto tutti i più prestigiosi premi nel suo ambito, tra cui, nel 1992 la Banting Medal. Ed è stato editor in chief per moltissimi anni di tutte le più prestigiose pubblicazioni sul Diabete, tra cui anche Diabetes Care e nel board delle più importanti riviste scientifiche del mondo.

Come diabetologo ha creato un modello di formazione, cura e empowerment dei pazienti che è stato esportato in tutto il mondo, così come un modello per i campi estivi per i giovani diabetici. Ed è stato un precursore delle tecnologie nel controllo del glucosio, i sensori.

Per la prima volta in Italia, a disposizione delle persone con diabete di tipo 1, chi da 50 anni cerca la cura definitiva alla nostra malattia : Jay Skyler

Non basterebbero dieci pagine per raccontare chi è e cosa ha fatto Jay Skyler per il diabete di tipo 1 negli ultimi 50 anni, basti dire che quello che sappiamo oggi della malattia e se nel prossimo futuro la ricerca troverà un modo di fermarne la progressione molto lo dobbiamo a lui e alle persone che lui ha formato.

E’ quindi con grande gioia, fierezza e gratitudine che Fondazione Italiana Diabete annuncia la presenza di Jay Skyler per la prima volta in Italia in un evento dedicato alle persone con diabete.

E speriamo che la sua visione ci guidi in un futuro di speranza.

Vi aspettiamo domenica 27 dicembre 2020 per farci il regalo più bello: aiutare la ricerca di una cura definitiva. Christmas Diabethon 2020, una giornata che costruiremo assieme e che ricorderemo!

Per partecipare al Christmas Diabethon, basta collegarsi il 27 dicembre alle 10 e fino alle 20: CLICCA QUI PER COLLEGARTI

Il programma completo del Christmas Diabethon 2020

Noi vogliamo che nessun bambino si ammali più di diabete di tipo 1 e per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti.

Riusciremo, ma solo insieme!

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Novità Ricerca

Non c’è Cura senza Ricerca e non c’è Ricerca senza Fondi.

Prima di tutto GRAZIE.

Grazie da FID a tutte le persone che con le loro donazioni ci hanno permesso di finanziare dal 2015 al 2018 con oltre 130 mila euro gli studi Monorapa e MITO del Diabetes Research Institute del San Raffaele di Milano. Se questi studi sono stati portati avanti e costituiscono un nuovo tassello nella comprensione del diabete di tipo 1 e un passo in più verso la cura definitiva è anche grazie a tutte le persone che generosamente hanno donato e continuano a donare per la ricerca.

E un ulteriore grazie a quei malati che, oltreché donare attraverso Fondazione Italiana Diabete per questi studi, si sono anche sottoposti allo studio stessi, di fatto donando se stessi, il loro corpo e il loro tempo alla ricerca.

La notizia recente è che i risultati dello studio Monorapa sono stati pubblicati sulla rivista “The Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism”. Lo studio valutava la possibilità di ripristinare la funzione delle cellule beta del pancreas nelle persone affette da tempo da diabete di tipo 1. Sono tanti gli studi, in Italia e nel resto del mondo, volti a capire se e come sia possibile ripristinare in tutto o in parte la funzionalità delle cellule beta delle isole di Langerhans, se sia cioè possibile e come riportarle a produrre insulina nelle persone che hanno già il diabete di tipo 1. Fino a qualche anno fa si pensava che le cellule beta andassero completamente distrutte dall’attacco autoimmune, così invece non è. Alcuni studi dimostrano che le cellule beta è come se fossero “addormentate” o comunque non vanno tutte distrutte e in molti casi continuano a produrre una quantità seppur piccola di insulina (misurabile attraverso l’analisi del c-peptide e della pro-insulina). Questo è molto importante, perché una produzione di insulina, seppur piccola, può aiutare grandemente nella gestione del diabete e può allontanare o limitare le complicanze.

Per capire se fosse possibile aiutare, ripristinare o comunque aumentare questa produzione di insulina è stato progettato lo studio Monorapa, in cui 55 persone con diabete di tipo 1 da più di 5 anni, sono state trattati con due farmaci: la rapamicina, un immunosoppressore e il vildagliptin, un DPP4 inibitore usato nel diabete di tipo 2, che sembra essere in grado di migliorare la proliferazione delle cellule beta del pancreas e prevenirne la morte. Lo studio era randomizzato (partecipazione casuale dei pazienti ad uno dei bracci), in doppio cieco (impossibilità sia per il partecipante che per il ricercatore di sapere in quale braccio fosse il partecipante fino alla fine dello studio) e controllato (uno dei bracci prevedeva la somministrazione di placebo).

A quattro settimane dall’inizio del trattamento il fabbisogno di insulina è diminuito in modo significativo nei soggetti trattati con rapamicina (da 0.54 a 0.48 U/kg/die) e rapamicina più vildagliptin (da 0.59 a 0.51 U/kg/die) mentre non è cambiato nel gruppo placebo. In modo coerente l’emoglobina glicata è diminuita significativamente sia nel gruppo trattato con rapamicina da (7.3% al 7%) che in quello trattato con rapamicina e vildagliptin (da 7.2% al 6.9%). Il beneficio metabolico è risultato associato a una diminuzione del titolo degli anticorpi contro l’insulina e a cambiamenti nel profilo ormonale/immunologico. Purtroppo nessun paziente in alcun gruppo ha mostrato una risposta positiva in termini di secrezione del peptide C. Lo studio ha quindi dimostrato che i due farmaci hanno migliorato la situazione metabolica dei soggetti trattati, anche senza aumentare la secrezione di insulina.Da questo studio ne nasceranno sicuramente di nuovi per comprendere come aiutare sempre di più il controllo metabolico nei soggetti con diabete di tipo 1.

Ancora GRAZIE a tutte le persone che hanno generosamente finanziato questo studio e partecipato.

In questi tempi ancora più difficili non smettete di finanziare la ricerca di una cura al diabete di tipo 1: https://fondazionediabete.org/dona-per-la-cura/#dona

Per approfondimenti: https://dri.hsr.it/…/studio-clinico-monorapa-buoni…/…

#sostienilaricerca #aiutaciaguarire

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Ricerca

L’elefante nella stanza della ricerca

C’è un elefante nella stanza della ricerca di una cura al diabete di tipo 1 e questo elefante è la Covid-19. Qualche giorno fa si è tenuta ISPAD 2020, la conferenza, quest’anno digitale, dell’Associazione Internazionale di studi sul diabete pediatrico ed adolescenziale.

➡️Il prof. Haller dell’Università della Florida ha forse fatto una delle presentazioni più interessanti sul futuro della prevenzione del Diabete di Tipo1. Di molte cose vi avevamo già parlato in giugno, quando abbiamo partecipato all’ADA2020: come sapete esiste un anticorpo monoclonale, il Teplizumab che si è dimostrato in grado di ritardare o bloccare in media di 3 anni e fino a 8 anni l’insorgenza del diabete di tipo 1 (lo studio è in corso da 8 anni e quindi ogni anno ci sono novità positive). Non è ancora disponibile e si spera che presto sarà autorizzato dalla FDA e a seguire in Europa. Esistono diversi altri farmaci e anticorpi monoclonali al momento in sperimentazione sull’uomo che potrebbero funzionare da soli o in abbinamento al Teplizumab per ritardare o bloccare l’insorgenza del diabete. Si è capito poi che prima arriva l’intervento preventivo, più lo stesso è efficace e dunque ci sarebbe da intervenire ancora prima di oggi, quindi non solo quando la malattia non è ancora conclamata, ma ancora prima dell’arrivo dei due anticorpi che la rendono certa. Questo obbligatoriamente apre la strada alla necessità di screening nei bambini, se possibile addirittura alla nascita, come già si fa in alcuni studi.

➡️ Haller ha però iniziato la sua presentazione parlando di questo elefante nella stanza: la Covid-19.

🔵 La Covid-19 sta radicalmente modificando la ricerca di una cura definitiva al diabete di tipo 1 per molti motivi:

➡️ perché in periodo di pandemia si preferisce non procedere a tutte le sperimentazioni che prevedono l’utilizzo di immunosoppressori o altri farmaci che potrebbero peggiorare o modificare la risposta al virus Sars-Cov2

➡️ perché molti dei ricercatori e dei clinici sono “distratti” dalla Covid, sia in termini di ricerca che in termini di assistenza clinica

➡️ perché i maggiori finanziatori pubblici della ricerca sul diabete di tipo 1 (sostanzialmente lo stato americano) stanno canalizzando gran parte, se non tutte le risorse per la ricerca sulla Covid, prendendone anche da quelle destinate ad altre malattie.

➡️ perché i grandi finanziatori privati impauriti dalla crisi potrebbero ritrarsi.

Insomma c’è questo pachiderma che col suo grosso fondo schiena si è seduto sulla ricerca di una cura per noi, ma si alzerà. Tanti filoni di ricerca stanno chiudendo anche in Italia perché non arrivano più i fondi da JDRF e/o dal governo americano (che già da tempo aveva tagliato gran parte dei finanziamenti extra stati uniti, a prescindere da Covid). E quindi è importante oggi e sempre e ancora di più ora non far mancare il nostro sostegno, quello dei malati e delle famiglie ai ricercatori che lavorano per noi.

💙 Noi siamo i primi a doverci mettere tutto quello che possiamo, perché – come ha detto il prof. Haller nella sua presentazione – “se possiamo ritardare l’insorgenza del diabete, allora lo possiamo anche prevenire e possiamo farlo solo se anticipiamo gli interventi, li personalizziamo e soprattutto se siamo coraggiosi”. ➡️ Haller ha fatto un paragone molto calzante, quello con la ricerca in oncologia pediatrica, dove negli ultimi venti anni ci sono ricercatori e genitori molto coraggiosi che credono nei trial e credono che i loro figli potranno guarire e i risultati ci sono. Genitori che non hanno paura di far fare analisi o flebo in più ai loro figli, ricercatori e clinici che comprendono che i bambini e i ragazzi li aiuti se trovi la cura, non se li proteggi dai trial.➡️ Il messaggio che ha dato questo scienziato è fondamentale: pure in un momento di fatica, oscuro, difficile come quello che stiamo tutti vivendo è importante guardare al dopo, continuare a finanziare la ricerca ed essere pronti mettendosi in gioco per gli screening e per i trial che ci sono e che arriverano.

Fondazione Italiana Diabete è sul campo, oggi più di prima, ora che è più complesso e difficile, per raccogliere fondi, finanziare la ricerca e continuare a credere fermamente che nessun bambino si ammalerà più di Diabete di tipo 1. 🔵Tra poco inizia il nostro mese, ma per noi di FID è sempre il mese giusto per debellare questa malattia 💙 insieme a tutti voi 💙