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FID istituisce la sua prima borsa di studio e la intitola a Sofia Filippini

Fondazione Italiana Diabete istituisce, in collaborazione con l’Associazione Diabetici della Provincia di Brescia, la “Borsa di Studio Sofia Filippini”.

La borsa è destinata a giovani specializzandi e neo specializzati che vogliano partecipare ad un progetto di ricerca all’estero per un minimo di sei mesi, in un centro universitario specializzato nei campi della ricerca delle cure definitive al diabete di tipo 1. Il vincitore della borsa avrà a disposizione 18 mila euro per sostenere il suo soggiorno all’estero. Dal primo febbraio 2025 tutti gli specializzandi cui è riservata la borsa potranno presentare la loro domanda.

Sofia, giovane donna con diabete di tipo 1, ci ha lasciati lo scorso anno, poco dopo la sua laurea in medicina. L’Associazione Diabetici della Provincia di Brescia ha raccolto 6 mila euro di donazioni in sua memoria e FID ha deciso di triplicare questa cifra ideando questa borsa di studio per permettere ad un giovane medico di fare quel che Sofia purtroppo non potrà fare: studiare e formarsi per poter dare il suo contributo alla ricerca della cura definitiva al diabete di tipo 1.

Il 4 di ottobre è un giorno altamente simbolico: oltre ad essere il Giorno del Dono, Sofia avrebbe compiuto 27 anni, per questo in accordo con la sua famiglia e con l’Associazione Diabetici della Provincia di Brescia abbiamo deciso di istituire oggi questa borsa si studio.

Ci piace pensare che Sofia stia donando oggi una parte di sé: il suo desiderio di guarire e vedere guarite tutte le persone con diabete di tipo 1.

La Borsa di studio è riservata a:

  • specializzandi iscritti al quarto e quinto anno delle scuole di specializzazione italiane in endocrinologia, medicina interna, pediatria, allergologia e immunologia.
  • ai neo-specialisti nelle stesse materie, entro due anni dal conseguimento del titolo di specializzazione

La Borsa di Studio Sofia Filippini è finalizzata a sostenere lo specializzando o il neo-specialista per un periodo di sei mesi di ricerca all’estero in un centro universitario specializzato nei campi di ricerca di una cura definitiva al diabete di tipo 1. 

Le candidature ammissibili per la “Borsa di Studio Sofia Filippini” includono proposte di ricerca di base o traslazionale, nonché di ricerca clinica.

Le domande che soddisfano i requisiti di ammissibilità saranno sottoposte a un processo di revisione che garantisce una valutazione esperta, equa e indipendente del loro merito scientifico e della loro competitività. La valutazione è affidata al Comitato Scientifico di Fondazione Italiana Diabete.

Le proposte potranno essere presentate dal 1 Febbraio al 31 marzo 2025.

Il vincitore sarà proclamato il 31 maggio del 2025 e avrà un anno per partire per il suo soggiorno di ricerca.

Qui il PDF relativo al regolamento e alle modalità di partecipazione

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Un anno di legge sullo screening

È passato un anno dall’approvazione della legge 130/23 che ha sancito lo screening degli autoanticorpi di diabete di tipo 1 e celiachia nei bambini.
In questo anno siamo andati molto avanti per capire come implementare lo screening e farlo partire il prima possibile.
L’Istituto Superiore di Sanità ha capitanato un progetto pilota in 4 regioni e oltre 4000 bambini sono già stati sottoposti dai loro pediatri agli esami necessari per comprendere se rischiano di avere il diabete di tipo 1 o la celiachia.
Di questi bimbi lo 0,8% ha uno o più auto anticorpi del diabete di tipo 1 e rischia la malattia.
E ben il 2,9% è positivo al primo test per individuare la celiachia.
Contrariamente a quanto riportato sui giornali, lo 0,8% di bambini positivi agli auto-anticorpi del diabete di tipo 1 NON è di tre volte superiore a quanto atteso, perché i dati confermano quelli degli screening precedenti. NON tutti i bambini positivi svilupperanno di certo la malattia, ma solo quelli che, all’interno dello 0,8%, hanno due o più autoanticorpi.
I bimbi partecipanti si sono sottoposti ad un pungidito presso lo studio del loro pediatra di famiglia.
L’occasione della presentazione dei dati è stata una conferenza organizzata ad un anno dall’entrata in vigore della L.130/23, in cui è stato presentato anche un ‘white paper’ con le 16 raccomandazioni da seguire per l’applicazione della legge, scritto anche da Fondazione Italiana Diabete, in collaborazione con le società scientifiche e Diabete Italia.
“La buona notizia è innanzitutto che, grazie allo screening effettuato per individuare il rischio di sviluppare il diabete di tipo 1, 30 bambini non avranno la chetoacidosi diabetica” ha detto in apertura del suo discorso Nicola Zeni, presidente Fondazione Italiana Diabete, che ha sottolineato la necessità che le Regioni uniformino le politiche di screening che attueranno, in modo da assicurare uguaglianza di accesso a tutti i bambini, accesso paritario che ogni ad esempio non c’è per quanto riguarda i dispositivi per la gestione del diabete. «Ancora oggi ignoriamo da cosa sia causato il diabete di tipo 1 – ricorda Emanuele Bosi, primario di Medicina e Diabetologia all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e Presidente del Comitato Scientifico di FID – . Tuttavia, la scienza ci dice che è possibile eseguire uno screening in grado di capire in anticipo se quella persona svilupperà il diabete 1. Si è visto che, agendo sulle persone a rischio, si è in grado di prevenire la chetoacidosi grazie all’avvio di terapie precoci; inoltre, oggi per la prima volta disponiamo di terapie in grado di modificare l’evoluzione della malattia».